domenica 26 aprile 2009

Ve l'avevo detto io!

Io non faccio fancazzismo e cazzeggio in ufficio, io aumento la mia produttività:

Più produttivi se dal lavoro ci si distrae un po’ sul web.
Lo dimostra uno studio dell’Università di Melbourne (Australia).
A quanto pare il 70% di coloro che decidono di abbandonarsi a pause a base di Facebook, YouTube e siti di interesse personale riescono a produrre il 9% in più di chi invece non si concede nulla. Purché il “cazzeggio” non superi il 20% dell’orario di lavoro complessivo, nel qual caso l’effetto è contrario.
Il segreto è un meccanismo psicologico in realtà ben noto: la pausa intenzionale e non imposta aiuta a distrarsi e recuperare risorse per mantenere poi di nuovo un elevato livello di concentrazione sul proprio compito.
In Italia però il dipendente sorpreso in attività di WILB (Workplace Internet Leisure Browsing) può rischiare una contestazione disciplinare da parte del datore di lavoro. Teoricamente si può arrivare anche al licenziamento.
Tuttavia per provvedimenti gravi sarebbe necessario dimostrare la violazione davanti a un giudice, con importanti implicazioni sulla privacy. Per questo le società preferiscono affidarsi a filtri e blocchi.
«Le aziende spendono milioni in software in grado di impedire ai propri dipendenti di accedere a YouTube e simili » dice il prof. Brent Cocker, esperto in marketing e amministrazione e ricercatore della Melbourne University, «in pratica pagano per ottenere un danno economico ».(FABIO CALTAGIRONE)

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Che dire?
In un'azienda dove in un periodo di crisi si aumentano i prezzi, facendo in modo che i clienti più consolidati si lamentino, non mi sembra ci sia nulla da stupirsi.

Good job.

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